(Mercoledì, 16 Gennaio 2013 13:55)
Era la notte dell’11 dicembre 2008 quando crollava il vecchio ponte della SS18 che, unica, collegava il tirreno calabrese da nord a sud.
Un
crollo dovuto certamente alla piena, ma anche al fatto che nessuno
aveva fatto niente dal 2 marzo 2006 quando, sempre per una piena, un
plinto di fondamenta aveva subito uno scalzamento.
Non
si può, infatti, dimenticare l’assurdo impiego di inerti che hanno
abbassato il letto aiutando il fiume a scalzare plinti e muri laterali
Da
quel momento sono rimasti isolati, a nord, Campora SG ed, a sud, Nocera
Terinese, i due comuni più vicini delle province confinanti di Cosenza e
Catanzaro.
Ed
a nulla finora è valsa la continua segnalazione che anche la variante
della SS18, proprio tra Campora SG e Nocera Terinese, in caso di
mareggiate, poteva restare inibita, se non interrotta, bloccando il
traffico nord-sud del mezzogiorno d’Italia.
Certo
la giunta di Loiero aveva inserito l’opera nella programmazione
regionale, ma senza la necessaria copertura finanziaria. Eppure di opere
pubbliche ne sono state finanziate .
Invero,
al tempo dell’assessore Incarnato nel mese di febbraio 2009 il
Dirigente Settore Manutenzione stradale lametino dott. ing. Eugenio
Costanzo ed il Dirigente Responsabile A.P.Q. dott. Ing. Luigi Zinno
(Regione Calabria) avevano predisposto un progetto che oltre alla
ricostruzione del viadotto sul fiume Savuto prevedeva la costruzione di
una nuova strada, complanare al fiume stesso, che partendo dallo
svincolo autostradale di San Mango d'Aquino si innestava in
corrispondenza del viadotto da ricostruire.
Un’opera
importante che avrebbe permesso addirittura il collegamento del nord
tirreno (Campora SG, Amantea, Belmonte Calabro, eccetera) con la A3
senza dover raggiungere lo svincolo di Falerna.
Un’opera del costo iniziale di 7,5 milioni di euro.
Ora
le mareggiate stanno letteralmente mangiando la variante della SS 18
che è stata rivestita di costosi massi per evitare il peggio ed allora
la politica si agita.
Da
un lato Mario Oliverio, preparandosi a diventare il prossimo presidente
della giunta regionale, si da, da fare e raccoglie le firme , secondo
un vezzo che sollecita un popolo pecoreccio e dormiente che si sveglia
solo al comando del padre padrone.
E
si sveglia anche Vanda Ferro che chiama a raccolta le sue schiere e
decide di andare a Canossa da Pino Gentile, assessore regionale ai LLPP,
ma insieme all’assessore regionale all’Urbanistica Piero Aiello, al
presidente del Consiglio provinciale Peppino Ruberto, ed ai
rappresentanti del Lametino in giunta e consiglio: gli assessori
Costanzo e Isabella e i consiglieri che da sempre hanno seguito la
vicenda con particolare attenzione: Aragona, Benincasa, Rosato, Fazio e
D’Assisi.
Ora la palla è in mano a Gentile che, normalmente, quando sollecitato risponde positivamente.
fonte
Tirreno News II
http://www.trn-news.it/portale/index.php/catanzaro/item/164-catanzaro-ponte-sul-fiume-savuto-la-palla-a-pino-gentile
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